LA CULTURA "HIP HOP" per le classi 3A, 3B, 3D

 LA CULTURA "HIP HOP"

LA MUSICA NELLA CULTURA HIP HOP

Scrivi sul quaderno le parole in grassetto numerate e spiegane il significato

(pag.338) A partire dal 1970 molti ragazzi afroamericani, nei quartieri-ghetto delle grandi città, in particolare nel 1) BRONX di New York, danno vita ad una cultura “di strada”, chiamata 2) HIP HOP, nella quale si può trovare musica, poesia, arte e danza.

(pag.340) Si organizzano per strada le 3) BLOCK PARTIES, cioè le feste di quartiere: il D.J. collega con un cavo elettrico la sua strumentazione al lampione. Sulla sua musica si balla la 4) BREAKDANCE e si canta il 5) RAP. (canzoni scandite da rime improvvisate) . (pag.341) Il 6) D.J. che si occupa della base musicale, usa due giradischi connessi al mixer, amplificatore e casse acustiche, il suono viene manipolato manualmente con la tecnica dello 7) SCRATCHING o elettronicamente con il 8) BEATJUGGLING; il brano viene quindi ritmato con i suoni di una batteria elettronica o con la tecnica del 9) BEATBOX (imitazione con la voce dei suoni della batteria). (pag.342) Il D.J. è affiancato dal 10) M.C. (maestro di cerimonie)che improvvisa versi in rima detti 11) FREE STYLE molto ritmati, dimostrando di avere un buon 12) FLOW (cioè capacità di inventare rime su una ritmica veloce).

I 13) RAPPER spesso cantano su un 14) LOOP (così è chiamata la continua ripetizione di un breve frammento musicale).

(pag.343) 15) I testi delle canzoni parlano di disagio giovanile, emarginazione, della dura vita nei ghetti, di problemi politici, economici, sociali, ma anche di sentimenti.

Si usa un 16) linguaggio “di strada”. (pag.344) Nella cultura HIP HOP si formano gruppi detti 17) CREW, cioè “equipaggi”. 18) I componenti collaborano a progetti comuni come un grande GRAFFITO, una coreografia collettiva di BREACKDANCE o una esecuzione RAP. Si organizzano 19) CONTEST (o BATTLE), cioè sfide tra CREW, in strada o in un campo di basket.

I membri delle CREW si esibiscono uno alla volta con danze molto acrobatiche e spettacolari o improvvisando rime provocando l’avversario anche con insulti. Sarà il pubblico, in base alle grida e agli applausi a determinare il vincitore.

Nel film “8 MILE” con il rapper 20) EMINEM, si mette in risalto la dimensione competitiva e spettacolare dei CONTEST. (pag.345) A partire dagli anni 2000 il RAP diventa molto popolare tra i giovani di tutto il mondo grazie ai 21) VIDEOCLIP trasmessi da canali della TV specializzati, come 22) MTV.

La 23) TRAP è derivata dell’hip hop. La parola trap deriva da Trap House, che significa appartamenti abbandonati; un riferimento agli appartamenti di Atlanta dove gli spacciatori americani si trovavano abitualmente. Così il termine comincia a legarsi agli inizi degli anni 2000 alla musica legata a quegli ambienti.

24) Le sonorità sono vicine al mondo dell’elettronica, con bassi molto pesanti e una melodia minimale e ripetitiva che viene riprodotta a loop. Per quanto riguarda la voce, è un rap che però spesso fugge da rime o altro, supportata dall’uso dell’ 25) AUTOTUNE che rende la voce un mix fra rap e cantato.

26) I testi si legano a tematiche come droga, soldi, fama, successo, sesso, spesso con ironia provocatoria.

UNA CULTURA DI EMARGINAZIONE
A partire dal 1970, all’indomani di tensioni e tumulti razziali che scuotono l’America, molti ragazzi afroamericani di New York sono alla ricerca di qualcosa che dia loro la possibilità di esprimersi artisticamente.
In particolare i quartieri-ghetto come il Bronx, emarginati dal resto della città, permettono a questi giovani di elaborare un proprio linguaggio espressivo e In tal modo nasce una vera e propria cultura di strada, che verrà in seguito definita hip hop, in cui si fondono musica, poesia, arte e danza.

WRITING
L’arte visiva di strada per eccellenza è il writing.Nei sottopassaggi della metropolitana, sui treni in sosta, sui muri più degradati delle città ecco un ragazzo armato di bomboletta spray disegnare furtivamente la sua tag o il suo “pezzo” spesso coloratissimo.
BREAKING
Nelle strade americane e nelle piazze di molte città americane, ma anche in tante europee, è facile imbattersi in gruppi di breakers, cioè ragazzi che si esibiscono in una danza acrobatica nota come breakdance per un pubblico occasionale su marciapiedi, piazze o campi di basket.

MCING
MC (acronimo di maestro di cerimonie), più noto come rapper, è il cantante che intrattiene il pubblico scandendo la musica con rime ideate da lui stesso e per lo più improvvisate. Il rap è la voce poetica della cultura hip hop.
I rappers spesso declamano i propri testi su una base costituita dall’ossessiva ripetizione di un breve frammento musicale, il loop, che letteralmente significa “anello”.

DJ
disc jockey, abitualmente abbreviato DJ, è colui che miscela il suono di svariati brani musicali, fino a ottenere un uniforme flusso musicale su una stessa scansione ritmica. E’ su questa base che si esibiscono, in strada o nei locali, sia i rappers che i breakers.
Normalmente un DJ usa i suoni della batteria elettronica per scandire il ritmo della propria musica. Ma c’è anche chi si è specializzato nell’imitare con la propria voce i suoni della batteria. Si parla allora di beatbox.
BREAKDANCE E DJ
All’inizio degli anni Settanta nei ghetti neri delle grandi metropoli americane, e in particolare nel Bronx di New York, si diffonde fra i giovani afroamericani la moda dei block parties, cioè delle feste di quartiere.
Queste vengono organizzate per strada, sui campetti da basket, nei parchi: per ottenere l’elettricità indispensabile a far funzionare l’impianto musicale spesso si collega la consolle del DJ con un cavo elettrico al lampione pubblico più vicino. E’ proprio attorno alla posizione del DJ, in queste situazioni precarie, che si comincia a ballare la danza che sarà conosciuta come breakdance e che sorgono i primi accenni del canto rap.
Alcuni DJ, come Kool Herc, si accorgono infatti che i momenti più apprezzati dai ballerini consistono nei breakbets, cioè quei frammenti di canzoni in cui sono presenti solo le percussioni: si comincia allora a isolare proprio questi breaks e a ballarvi sopra, da cui il nome di breakdance.
Contemporaneamente nel corso di queste feste alcuni DJ iniziano a sovrapporre alla musica alcune brevi frasi riprese dal linguaggio di strada usato tutti i giorni dai ragazzi, facendole così diventare parte integrante del beat della base musicale sulla quale si balla.
GLI STRUMENTI DEL DJ
Il ruolo del DJ è sempre strettamente legato alle apparecchiature elettroniche che utilizza. In genere un DJ si serve di almeno due giradischi connessi a un mixer, a un amplificatore e agli altoparlanti.
Attorno a questi troviamo poi innumerevoli dispositivi elettronici che consentono tutta una serie di tecniche ed effetti che sono tipici della musica hip hop: fra questi il più popolare è senza dubbio lo scratching, che consiste nel muovere avanti e indietro velocemente con la mano un disco di vinile mentre sta suonando.
Frequentatissimo è anche il best juggling, cioè la manipolazione elettronica di due o più campioni audio, come una frase vocale o un passaggio di batteria. Lo scopo finale del DJ è di dar vita a un brano originale partendo da dischi o campioni audio già esistenti, senza fare ricorso quindi a strumentisti tradizionali, come chitarristi o batteristi.

IL CANTO RAP
Piano piano al DJ, che fornisce la base musicale, si affianca la figura del “maestro di cerimonie” (MC), vale a dire un cantante capace di intrattenere il pubblico improvvisando versi in rima (freestyle) sulla scansione ritmica della musica. Si sviluppa allora uno stile di canto, successivamente denominato rap, che consiste essenzialmente in una sequenza di versi molto ritmati caratterizzati da rime baciate, assonanze ed allitterazioni.
Poco interessato alla dimensione melodica, il rapper cura principalmente il cosiddetto flow, cioè l’abilità di inventare le rime di un brano mantenendo sempre la stessa metrica e imprimendo all’esecuzione un forte impulso ritmico, giocando su sincopi e contrattempi.
Un’altra capacità molto apprezzata in un buon rapper è la velocità con cui riesce a pronunciare distintamente i propri versi sempre a tempo con la base: vengono addirittura organizzate delle gare per eleggere il rapper più veloce e preciso. Più in generale possiamo che per avere un buon flow e cantare velocemente un buon rapper deve avere sempre un ottimo controllo della voce e della respirazione, dovendo distribuire le prese di fiato senza mai dare l’impressione di interrompere il flusso delle parole.

I TESTI DEL RAP
L’elemento dominante di un brano rap, oltre al ritmo, è certamente il testo cantato.
Provenendo quasi tutti gli MC americani da ambienti poveri, il rap è fortemente legato al contesto urbano delle grandi città e parla quindi prevalentemente di disagio giovanile, di emarginazione e della dura vita dei ghetti.
Numerosi brani trattano poi problemi politici (come la guerra), economici (il costo della vita) e sociali (discriminazione razziale), ma sempre dal punto di vista personale del cantante.
Anche la violenza, la criminalità e le droghe vengono cantate e a volte persino esaltate, fatto questo che attira sul rap molte critiche e lo spinge ancor di più ai margini del mondo dello spettacolo.
Naturalmente anche le tematiche familiari e sentimentali trovano ampio spazio nella produzione hip hop: si cantano infatti i rapporti personali all’interno della famiglia e l’amore, con le sue delusioni e le sue gioie.
Il tipo di linguaggio usato è quello di tutti i giorni e attinge a piene mani dal gergo giovanile di strada, cosa che spesso rende incomprensibili i testi a chi non conosce a fondo tale ambiente. 

CREWS E CONTESTS
Nella cultura hip hop è spiccata la tendenza a riunirsi in gruppi, denominati crews, cioè “equipaggi”, all’interno dei quali è fortissimo il senso di appartenenza e di identità.
I componenti di una crew collaborano a un progetto comune, come può essere una coreografia di breakdance, un grande graffito collettivo o un’esecuzione rap.
Naturalmente ogni crew si contrappone alle altre: da qui nasce la tendenza ai contests o battles, cioè al confronto-scontro con le altre crews.
In ambito musicale questi contests avvengono davanti a un pubblico, per strada o in ampi locali: i membri delle crews coinvolte si esibiscono uno alla volta e improvvisano rime in cui spesso si cerca di provocare l’avversario, offendendolo e mettendone in risalto le debolezze.
Sarà il pubblico stesso, tramite l’intensità degli applausi e delle urla a determinare il vincitore.
DIFFUSIONE E SUCCESSO COMMERCIALE
Nata dalla strada, la cultura hip hop riesce piano piano a emergere dai ghetti neri delle grandi metropoli americane, incuriosendo un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo.
Ma proprio questo crescendo di interesse spinge larghi settori della pubblica opinione americana a considerare l’hip hop un pericolo: ecco allora che si incomincia ad accusarlo di essere portatore di violenza all’interno del mondo giovanile e si collega il rap con i disordini scoppiati nei quartieri poveri della città.
In realtà l’hip hop è lo specchio di una situazione di disagio: le canzoni rap parlano di vita vissuta e portano alla luce alcuni problemi sociali che troppo spesso si vorrebbero ignorare.
Nonostante queste polemiche, all’inizio del XXI secolo il rap si afferma come il genere musicale preferito da una massa crescente di giovani, non solo americani.
Grazie ai videoclip, ad alcuni film e a innumerevoli stazioni radiofoniche, molti rappers conoscono un improvviso successo commerciale e una notorietà internazionale (come ben dimostrano i casi di Eminem e di Fifty Cent), mentre il rap diventa uno stile di canto “di moda” anche in generi musicali che con esso hanno ben poco a che vedere.

LA NASCITA DELL'HIP HOP 

Guarda questo video, copia sul quaderno le domande e rispondi 

1) Cos'è il Bronx?
2) Cosa viene organizzato il giorno 11 agosto 1973? 
 Per quale motivo?
3) D.J. KOOL HERC, chi era? Cosa fa con due vinili?
4) OLIVE CAMPBELL: come viene soprannominato dai compagni?
5) Come si chiamava la banda di graffitari che frequentava?

 Se non riesci ad aprire il video vai a questo link:

LA TRAP MUSIC

La TRAP MUSIC è derivata dell’hip hop. La parola trap deriva da Trap House, che significa appartamenti abbandonati; un riferimento agli appartamenti di Atlanta dove gli spacciatori americani si trovavano abitualmente. Così il termine comincia a legarsi agli inizi degli anni 2000 alla musica legata a quegli ambienti. Le sonorità sono vicine al mondo dell’elettronica, con bassi molto pesanti e una melodia minimale e ripetitiva che viene riprodotta a loop. 

Per quanto riguarda la voce, è un rap che però spesso fugge da rime o altro, supportata dall’uso dell’AUTOTUNE che rende la voce un mix fra rap e cantato. I testi si legano a tematiche come droga, soldi, fama, successo, sesso, spesso con ironia provocatoria. 

VIDEO di trap music:

https://www.youtube.com/watch?v=JlEm9uFz9Us

https://www.youtube.com/watch?v=SJmFfbMcdss






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