LA MUSICA PROFANA NEL RINASCIMENTO

 La musica profana nel Rinascimento

Nel Rinascimento le esigenze della difesa e dello scontro armato cedono il passo a nuove concezioni e ideali di vita.

Nelle corti italiane ed europee del Cinquecento non si combatte più, ma si gareggia in eleganza e raffinatezza, si gareggia per la “rinascita” culturale della vita sociale.

Con i suoi incantevoli giardini, gli imponenti saloni, le sale magnificamente affrescate, il palazzo rinascimentale è il simbolo della ricchezza e del potere del principe e perciò cornice ideale di raffinati banchetti, ricevimenti, balli e cerimonie.

Nella corte il principe si circonda di poeti e pittori, musicisti e scienziati, sostenendoli con generosità. Nasce così il mecenatismo.

Nella raffinata vita delle corti rinascimentali la musica acquisisce funzioni assai importanti: gruppi vocali e strumentali particolarmente esperti accompagnano e allietano balli, banchetti, spettacoli teatrali e cerimonie.

Talvolta essi diventano la più importante attrazione da offrire agli ospiti. Oltre a proteggere e a circondarsi di artisti famosi, il principe ama egli stesso dilettarsi in tutte le discipline artistiche o scientifiche.

Tra queste la musica ha un ruolo di primo piano.

Saper cantare, suonare uno strumento e danzare costituiscono abilità irrinunciabili nella formazione di principi e cortigiani, che si definiscono dilettanti proprio perché praticano la musica per il proprio piacere.

Per tutto il Cinquecento “far musica” diventa un vero e proprio gioco di società nel quale principi, dame e gentiluomini esprimono la propria abilità e cultura.

La musica profana ha nel Rinascimento un grande sviluppo anche grazie all’invenzione della stampa musicale.

Nella musica vocale la forma più importante è il madrigale.

Il madrigale è l’espressione musicale più sofisticata dell’epoca, cui si dedicano con passione musicisti dilettanti e professionisti.

È un brano vocale polifonico di grande complessità.

Ascolta: “Capricciata e contrappunto bestiale alla mente” di Adriano Banchieri

Nascono nuovi strumenti

Tra tutti gli strumenti quello più amato è il liuto, capace, a differenza degli altri strumenti a pizzico, di eseguire brani polifonici, secondo lo stile dominante dell’epoca.

Composto da una cassa armonica dalla forma ovale e da un manico che ospita un numero di corde variabile, è costituito da diversi modelli, con dimensioni.

Il timbro del lito è molto delicato e particolarmente adatto alla musica per piccoli ambienti.

E’ utilizzato sia per accompagnare la voce o gli strumenti, sia in qualità di strumento solista.

Ascolta il liuto:

https://www.youtube.com/watch?v=DIWHZTpcwoI&feature=emb_logo

Nelle sale e nelle stanze della corte è poi facile trovare strumenti a tastiera come il clavicembalo.

Ascolta il clavicembalo: https://www.youtube.com/watch?v=zvOVemvKqdM

(Libro “giallo” da pag.220 a pag. 227)

Il centro della rinascita culturale della vita sociale nel ‘500 è la corte.

Nel grande palazzo al centro della città, dove risiedeva il principe con il suo seguito di dame e gentiluomini, troviamo poeti, pittori, musicisti e scienziati.

Gruppi vocali e strumentali particolarmente esperti accompagnavano e allietavano la raffinata vita della corte: la musica accompagnava balli, banchetti, spettacoli teatrali e cerimonie.

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