LA MUSICA HEAVY METAL

 LA MUSICA HEAVY METAL

L'heavy metal (letteralmente "metallo pesante", spesso abbreviato in metal) è un genere di musica derivato dall'hard rock. 

Questa musica è caratterizzata da ritmi fortemente aggressivi e da un suono potente, ottenuto dall'amplificazione e della distorsione delle chitarre, dei bassi, e, spesso, persino delle voci, che si fonde coi ritmi aggressivi presenti nelle canzoni, sui quali vengono eseguiti con la chitarra elettrica degli ASSOLI veloci e tecnicamente molto difficili.

Le tematiche musicali sono spesso definite come oniriche, rabbiose, violente o tetre.

La formazione tipica di un gruppo Metal è formata da due chitarristi, un batterista, un bassista e un cantante; a volte sono presenti le tastiere.

Chi ascolta la musica metal è stato sempre definito come “metallaro”, non si capisce se in modo più o meno amichevole, dato gli sguardi truci con cui certi artisti si rappresentano.

Cos’è la musica metal?

Senza dubbio si tratta di rock, dal quale si distingue per un suono più aggressivo. Insomma nessuna apertura a sdolcinamenti vari, ascoltare heavy metal è un modo per imporre anche una personalità fatta di vestiti borchiati in pelle.

Deep Purple e Led Zeppelin sono alcuni dei gruppi che hanno fatto la storia mondiale dell’ heavy metal negli anni ’80. Van Halen e Metallica hanno continuato in seguito ad attrarre un vasto pubblico che dura ancora oggi.

Prova a suonare il riff di “Smoke on the water”:

https://www.youtube.com/watch?v=eu5lv2Umn3M&list=PLf245oHmYpzt7oLE9gmGkfC28rxVbcm22&index=47

1

SOL Sib do*_    SÒL Sib reb-do*

2

SOL Sib do*_    Sìb_ SOL__

 Una ragazza “metallara” si racconta:

Perché sembri essere così tranquilla, riservata buona ed ascolti Metal" ?

Perché ascolto metal? Perché ho iniziato a farlo?

Ricordo solo che avevo 15 anni, ero nella casa di villeggiatura in montagna con la mia famiglia e andando a fare una passeggiata avevo preso il lettore mp3 di mio cugino: dentro c’era un vero e proprio mondo.

Ricordo ancora di preciso le canzoni di quella che sarebbe stata la colonna sonora di un’estate destinata alla noia: Metallica, “Sad but true” e “Nothing else matters”, Cadaveria con “Call me”, Blind Guardian con“Valhalla” e gli immancabili Cannibal Corpse. Un nome che solo a pronunciarlo ti faceva sentire di un’esaltazione unica. In quell’mp3 avevo trovato un qualcosa di così affascinante, profondo, eclettico che non avevo mai ascoltato prima.
Altro che i soliti Linkin Park.

Ritornata a scuola, a settembre, iniziai ad avvicinarmi durante la ricreazione al gruppo dei metallari.

Avevo già un’intero guardaroba nero perchè non esiste altro colore di vestiti che io ami di più, a 16 anni avevo già i capelli lunghi da 30 anni quindi mi sentivo già predestinata ad essere una metallara. Ed ovviamente, in assenza dell’mp3 del cugino ancora più predestinato di me a diventarlo, comprai un altro mp3 ma soprattutto da brava fan comprai tanti, tantissimi cd.

Avevo iniziato a suonare il pianoforte a 5 anni ed avevo iniziato a suonare la chitarra da 1, qualcosa dovevo pur inventarmi. Nel gruppetto pettegolo dei metallari della ricreazione le voci giravano in fretta: in 0.2 avevo già trovato la band come tastierista.

Hellmark si chiamava, un nome che era tutto un programma: facevano Black Metal ed io che al massimo in quel periodo ascoltavo Heavy o i Sonata Arctica, accettai subito l’incarico dopo una velocissima prova sul pianoforte di casa mia esaminata dal cantante.

Sono stati anni felici quelli con quei 4 ragazzi che sono diventati veri e propri amici nonché compagni di un’estate adolescenziale che sembrava non terminare più.

Ed ovviamente, abbracciai completamente il Black Metal.

C’era qualcosa, in quelle sonorità così cupe, misteriose, estreme che mi attraeva e mi piaceva tantissimo: sono sincera, non scriverò mai che mi sentivo rappresentata dai testi o menate del genere, soprattutto perchè penso che sia impossibile rivedersi e riviversi in tematiche tanto estreme, crude e poco ortodosse quali quelle del Black… ma alle prime delusioni amorose, ai primi 4 in matematica… la musica era diventata la mia cura. O col senno di poi direi la mia medicina.

Già perché la musica ti dà tutto senza chieder nulla in cambio, se non il prezzo del biglietto di un concerto.

A 18 anni iniziarono appunto i concerti, prima in Italia poi all’estero: primo concerto Gorgoroth a Bologna, un’esperienza unica  che mi fece però avvicinare ancora di più a questo mondo.

Anche perchè, suonare in una band non mi bastava più: volevo lavorare in qualche modo nel mondo dei concerti.
Ecco allora, acquistata una reflex da 4 soldi iniziai a lavorare per etichette, webzine on-line: si lo so non ti danno un soldo manco morta ma la cosa mi piaceva così tanto che sarei andata anche in capo al mondo per recensire o fotografare a gratis un concerto.

Gli anni passavano, mi facevo 3-4 festival europei ogni estate, più concertini di qualsiasi altra band sconosciuta i venerdì ed i sabati sera: non mi bastava mai nulla, non ne ero mai stanca.

Fino all’anno di pausa, perchè in mezzo, c’è sempre quell’anno in cui stacchi la spina e mordi altre mele.

Devo ammettere che avevo raggiunto un buon livello dal punto di vista professionale, i biglietti me li passavano la webzine ed alcune band italiane e norvegesi avevano iniziato a pagarmi per fare dei servizi fotografici privati.
Ma l’anno di pausa, quel lungo lunghissimo anno di pausa, arriva proprio quando si arriva al culmine, all’apice di tutto e forse arriva per permetterti di allontanarti e capire il valore di tutto ciò che avvolge in modo intrinseco la tua quotidianità.

Cari ragazzi, in questo momento, a 28 anni suonati, aldilà della mia vita privata, aldilà della mia professione, dei miei studi che rimarranno sempre divisi dal mio mondo musicale e dalle mie passioni, beh aldilà di tutto ciò penso di non essere mai stata più metallara come ora.

Non ho più band, non ho più tempo per seguire il discorso composizione, al massimo suono per me stessa di sera nel buio di camera mia con il silenziatore, ma ho l’onore, il grande ed irripetibile onore, di scrivere per questa meravigliosa webzine, di viaggiare in lungo ed in largo dietro le quinte di concerti che sono sempre un’emozione unica, di leggere i vostri commenti e di mettermi sempre in gioco ed in discussione, post dopo post, reportage dopo reportage.
Non sono più una tipa appariscente piena di borchie, ho iniziato ad apprezzare altri colori di vestiario e preferisco la discrezione dei 30 anni che l’esibizionismo dei 21.

Il Metal rimarrà sempre e per sempre quel mio unico grande amore che a differenza di qualsiasi altro genere musicale ti fa sentire le farfalle nello stomaco come la prima cotta primaverile adolescenziale, ti fa rimanere in piedi per due ore in prima fila aspettando quella band di cui sai a memoria tutte le canzoni, ti fa sentire migliore e compreso nella tua emarginazione, perché quando nessuno ti capisce arriva lei, la musica, che dà espressione a quello che ci tenevi così tanto a dire, e te lo fa urlare, sopra un palco, davanti a 1000 altre persone che la pensano come te.

Non mi sono mai sentita emarginata, son sincera, ho l’autostima fin troppo alta e son fin troppo sincera per dire il contrario, ma questa musica nasce come musica per l’emarginato, per l’alcolizzato, e non esiste miglior figura di un ragazzo magrolino con i capelli lunghi e con gli occhiali che la incarni: per arrivare ad apprezzare un genere del genere bisogna aver superato talmente tante barriere architettoniche, pregiudizi sociali ed essere annoiati di tutto ciò che ci circonda… perchè il metal corrisponde ad una ricerca mai esausta della novità, dell’eclettico, del magico…

Per questo lo adoro, perchè mi permette di esser me stessa senza tante maschere, di dar sfogo a tutta la mia energia, di conoscere persone che per quanto parlino una lingua diversa non siano mai stati così uguali e vicini ad una mentalità che, aldilà della religione, della cultura e della politica, parla esclusivamente di libertà.



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